La figura di don Mario Operti è stata, per la Chiesa italiana e torinese, un riferimento in merito alla possibilità di coniugare l’evangelizzazione e l’impegno sociale e civile. La sua visione incarna i principi del Concilio Vaticano II e della Dottrina Sociale della Chiesa in modo chiaro e deciso. Nella sua attività a favore dei giovani, e in particolare dei lavoratori, ha sempre attribuito una grande importanza al ruolo dei laici e alla loro irrinunciabile autonomia. Le donne e gli uomini, con le loro fragilità e le loro ricchezze, sono stati i compagni di viaggio e di lavoro in quella instancabile ricerca di solidarietà e giustizia, unite a una profonda fede, che hanno caratterizzato l’esperienza terrena di questa straordinaria figura contemporanea.
Grande animatore sociale e grande organizzatore, ha partecipato in prima persona alle fasi di preparazione di una realtà che, alla luce di una profonda fede in Dio e negli uomini, potesse raccogliere le sfide della società contemporanea in merito a temi quali il lavoro, la casa, l’educazione dei giovani e anche un certo modo di intendere il credito e la finanza. Questa visione, così chiaramente espressa e messa in opera, e la volontà di continuare questa profonda esperienza, hanno ispirato la costituzione della Fondazione che porta il suo nome.
don Mario Operti con i ragazzi al campo di Susa
STUDI E SACERDOZIO
Don Mario Operti nasce a Savigliano il 21 luglio 1950. Dopo gli studi presso il seminario minore di Bra, frequenta il seminario maggiore di Rivoli, dove consegue la maturità classica nel 1969. Inizia poi gli studi di teologia che interrompe nel 1972 per lavorare come operaio in una piccola impresa metalmeccanica. Terminati gli studi, viene ordinato presbitero nel 1975 dal cardinale Michele Pellegrino.
ATTIVITÀ NELLA GIOC
Da Viceparroco in una parrocchia di Torino, nel quartiere di San Donato, si avvicina ai giovani, in particolare ai lavoratori e agli studenti, con i quali inizia la sua esperienza nella GiOC, la Gioventù Operaia Cristiana. In questo periodo, insegna Storia della filosofia e Scienza delle religioni all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della diocesi, e collabora alla fondazione del Centro Operatori Pastorali. Nel 1989 diverrà assistente ecclesiastico della federazione GiOC di Torino, nel 1993 assistente nazionale. L’anno seguente, si laurea in Scienze Politiche all’Università di Torino.
CEI E PROGETTO POLICORO
Nel 1995 è chiamato a Roma a dirigere l’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della CEI. Nel corso del proprio mandato impostò l’attività dell’ufficio anche guardando a tematiche di natura politica come la remissione del debito dei paesi più poveri, campagna ecclesiastica nata nell’ambito del Giubileo 2000. Tra le iniziative di questo periodo, quella di maggiore notorietà è il Progetto Policoro, fondato insieme al Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile e alla Caritas Italiana. Un progetto rivolto principalmente alla creazione di piccole imprese tra i giovani dell’Italia meridionale, che si diffonderà in dieci regioni italiane e 90 diocesi. Nell’aprile del 1997, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, gli fu conferito il titolo di cappellano di Sua Santità.
GLI ULTIMI ANNI
Al termine del proprio incarico, don Mario Operti rientra a Torino e viene nominato dal cardinale Severino Poletto provicario per la Pastorale dell’Arcidiocesi. Morirà dopo pochi mesi. Nel 2004 viene creata la Fondazione Mario Operti.